L’identità del Counselor Filosofico: Maestro, Saggio e Filosofo
Il Counseling Filosofico si inserisce nell’ eterogeneo campo dei counseling, ove ognuno tende a riconoscere una propria specifica identità, pur mantenendo una base metodologica e concettuale comune. Così anche il counseling filosofico, pur condividendo i parametri essenziali del counseling in generale, trova nella Filosofia il suo elemento fondamentale che gli consente di sviluppare strumenti ed impostazioni originali. Questi non sono però esenti da problematiche che rendono controversa l’ identità del counseling ad indirizzo filosofico, ma soprattutto del counselor filosofo. Già con quest’ ultima definizione entriamo nella questione, vale a dire se il counselor è anche filosofo o solo utilizza le conoscenze della Filosofia.
Per rispondere a tale domanda dovremmo innanzi tutto cercare di definire cosa è Filosofia, in quanto la sua definizione non è certo univoca, e quindi dedurne le caratteristiche del filosofo.
Classicamente Filosofia sta ad indicare l' «amore della sapienza» e quindi l' aspirazione alla conoscenza. Il fatto di aspirare non implica il possedere, ma indica prevalentemente un tipo di propensione intellettuale. Quindi il filosofo non è necessariamente il sapiente, ma colui che, consapevole di non possedere il sapere, lo ricerca. In questo senso il Filosofo per eccellenza è certamente Socrate. Il “sapere di non sapere” contraddistingue uno stile di ricerca permanente, in cui il processo di conoscenza non si conclude mai, rimanendo così in una posizione costantemente aperta e dinamica. La saggezza non è quindi solo la conoscenza di cose alte e sublimi, come la sapienza, bensì è anche e soprattutto la capacità di indagare ed utilizzare processi di pensiero che tendano alla conoscenza delle questioni umane e del modo migliore di condurle. Nicola Abbagnano afferma (La Saggezza della Vita, Rusconi, Milano, 1994, pag. 5) che “la filosofia si è spesso dedicata a risolvere gli enigmi del mondo, a tentare voli vero l’ assoluto e l’ eterno… ma, da ultimo, essa ha dovuto sempre fare i conti con l’ uomo, con ciò che egli è, con ciò che deve essere… e per questo appunto è stata sempre una ricerca della saggezza, cioè delle vie e dei modi con cui l’ uomo può vivere meglio la sua vita”.
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Secondo il Modello Socratico la ricerca Filosofica è un continuo dialogo tra uomini, un interrogare e un rispondere, in cui la risposta pone sempre una nuova domanda. Come afferma Gadamer in Verità e Metodo (Bompiani, 2000) “L’ arte del domandare è l’ arte stessa del pensare”.
L’ esperienza conoscitiva presuppone strutturalmente il porre domande sulle cose, per sapere se esse stanno in un certo modo oppure in un altro.
La Filosofia nasce così come Dialettica ed ha come scopo l’ elevazione dell’ uomo attraverso il raggiungimento del sapere più alto.
Quindi se Filosofia è aspirazione alla saggezza, o alla sapienza, il filosofo è colui che ricerca attraverso strumenti di pensiero la conoscenza, nel senso più ampio. Nel campo che ci riguarda la conoscenza è chiaramente indirizzata verso le questioni dell’ umana esistenza, il che già include comunque gran parte dell’ attività filosofica nella storia.
Nel Counseling Filosofico elemento fondamentale è il rapporto interpersonale, che rappresenta la vera occasione per fare filosofia. E’ dal rapporto che si sviluppa il discorso filosofico, ed è dal problema reale che nasce la riflessione filosofica (Berra L.“Filosofia in pratica. Discorsi sul counseling filosofico” Libreria Stampatori, Torino, 2003, p. 15).
Una ulteriore questione è se il Counselor Filosofico possa o meno essere considerato un Maestro, ovvero un maestro di vita con una propria personale pensiero, dottrina o filosofia. Non si può negare che ogni pensatore e studioso sviluppi nel tempo una propria ideologia e visione del mondo. Esperienze personali dirette e indirette, ricerche e studi, letture e conoscenze contribuiscono inevitabilmente alla strutturazione di una propria filosofia di vita che dà facilmente forma e risposta alle questioni del mondo. Ma se il counselor filosofico deve essere saggio e filosofo forse non può esser maestro, almeno in senso tradizionale e occidentale.
L’ esser Maestro comporterebbe una restrizione delle potenzialità filosofiche insite nell’ interazione tra due individui, in cui l’ uno guida e accompagna, mentre l’ altro collabora e ricerca. La presenza di una filosofia precostituita e di risposte già predisposte darebbe sì una soddisfazione immediata alle domande e ai problemi ma in un modo impersonale, irrigidito e non sempre sintonico col mondo del cliente. In questo contesto la figura del maestro deve essere più intesa come fonte di ispirazione, riferimento, guida e non tanto come dispensatore di massime o consigli.
* Prof. Lodovico Berra
Medico specialista in psichiatria, psicoterapeuta, direttore dell’ Istituto Superiore di formazione e ricerca in Filosofia, Psicologia, Psichiatria, ISFiPP Torino, docente di "Teoria e Metodologia della pratica filosofica" e di "Psicopatologia e Psicologia clinica" e dal 2005 è professore stabilizzato di “Psicologia Biologica e Neuroscienze” presso IUSTO Rebaudengo, sede della Facoltà di Scienze dell' Educazione, Università Pontificia Salesiana, direttore del Master di specializzazione in Counseling Filosofico,
presidente fondatore della Società Italiana di Counseling Filosofico (SICoF) e della Società Italiana di Psicoterapia Esistenziale (SIPE), autore di numerosi lavori scientifici nel campo della psichiatria e della psicoterapia.
www.lodovicoberra.it